Recensione Nexus Tito di Corse76

Sebbene avrei voluto aspettare un po’ per scrivere queste poche righe, alla fine mi sono deciso a farlo prima di partire per le ferie…
Si tratta più che altro di pareri e osservazioni derivanti dall’uso del Tito che andranno arricchite strada facendo.
Come è buona regola per questo genere di cose, dividerò la recensioni in sotto-argomenti ognuno specifico per un aspetto del coltello.
Partiamo allora, se breve recensione deve essere, senza altri preamboli


Aspetto e finiture
Sebbene questo aspetto debba essere preso con le pinze, in quanto non essenziale, è innegabile che contribuisca a farci amare un coltello da subito. Il feeling e la voglia di portare con noi una lama è anche dovuta alle sensazione che ci regala e quindi non si può prescindere da queste.
Il Tito l’ho visto nascere, prima su un disegno 2D, poi in 3D e infine quando sono andato con Mik a ritirarlo alla LION. Che dire, la prima cosa che viene in mente quando lo si ha in mano è:“MINGHIA!”In effetti se rendeva bene in disegno e in foto, dal vivo acquista ben altro feeling con l’utilizzatore che non potrà che godere dell’aspetto tattico dell’oggetto.Le finiture sono di buon livello, sebbene la semplicità e l’utilizzabilità abbiamo fatto propendere per delle linee che poco concedono all’aspetto. Ma forse questo non fa che contribuire alla sensazione di robustezza e cattiveria del coltello.Le lavorazioni sono precise, merito anche delle macchine CNC usate, e non si notano imperfezioni o errori di assemblaggio. Nessun asimmetria , nessuna sbavatura. Insomma, bello, cattivo e ben realizzato .Posso dire che alla LION ho avuto modo di vedere anche altre modelli e MOD varie del Tito, alcune particolarmente belle ( tipo quelle con guancette in micarta lavorata spazialmente ) ma di sicuro non ne sento la mancanza


Impugnatura
Primo aspetto da discutere del Tito. Diversamente dai predecessori, il Tito non ha capacità o ambizioni di uso nel chopping. Si è quindi pensato di lavorare il G10 delle guancette per renderlo più abrasivo e grippante. Se dal un lato questo migliora la presa , dall’altro nell’uso prolungato potrebbe causare abrasioni o vesciche…In realtà, sebbene le mie mani siano piuttosto piccole e non avvezze a usi intensi, anche dopo molte ore di uso ( compreso piccole prove di chopping ) non ho notato segni di abrasioni o vesciche sulle mani. Di sicuro risulta un po’ fastidiosa la lavorazione durante l’uso pesante, ma nulla che possa arrecare danni alla mano dell’utilizzatore e comunque non si tratta dell’uso per cui il Tito è stato pensato. Nella peggiore delle ipotesi, una passatine di carta abrasiva finissima addolcirà un po’ la cosa.
Per quello che riguarda l’ergonomicità e comodità dell’impugnatura, nulla da dire. L’uso di guancette in sostituzione del codolo passante e del semi-fulltang non ha peggiorato la comodità delle presa ( anche per via del tipo di coltello in cui non sono richiesti grandi impatti ). Il coltello risulta comodo in mano anche per chi, come me , ha mani piuttosto piccole permettendo un serraggio robusto e sicuro. La forma del manico, garantisce poi una buona utilizzabilità in ogni frangente e un allineamento punta –polso negli affondi ( cosa trascurabile , vista la vocazione utility del coltello).La curvatura aiuta anche nel controllo del coltello nei tagli di precisione e nei fendenti ( anche questo aspetto secondario per via della lunghezza del coltello).
La presenza, infine, di un piccolo skull-crasher posteriore ( con buco passa laccio ) permette l’uso come mazzuolo ( ma dovete essere molto precisi, pena dolorose botte sulle falangi), come rompi vetro o per altri usi che saprete inventarvi …
Per la scelta del G10 ( contro il Nema FR4 e FR5 dei precedenti ) è dovuta alla minore necessità di alcune caratteristiche al TOP su delle guancette così piccole ( che comunque il G10 garantisce già di per se ) e per l’impossibilità di ordinare un quantitativo così esiguo di quei materiali …Posso garantire , comunque, che per robustezza, grip e estetica siamo a livelli altissimi



LAMA
Altro aspetto di cui discutere.La lama infatti doveva nascere in 2 varianti. Con e senza controfilo. La prima, più leggera e con migliore propensione alla penetrazione, sarebbe stata una variante di quelle senza che garantiva maggiore robustezza e un bilanciamento un po’ più avanzato.
Purtroppo per un errore, il Tito è nato nella sola versione con controfilo. Nulla di grave, lo spessore della lama e l’acciaio garantiscono abbondantemente la robustezza del coltello che risulta anche esteticamente più appagante. Però non si può che rimpiangere l’assenza della seconda versione sia per motivi collezionistici sia per il gusto di provare le varianti introdotte da una semplice modifica del disegno della lama.
In ogni caso, tornando alla lama, la stessa è stata disegnata ancora una volta per garantire la massima robustezza e funzionalità senza grosse concessioni all’estetica.Il controfilo, infatti, è puramente funzionale e non causa grosse diminuzioni della robustezza della lama.Lo spessore al dorso, infatti, è di 6 mm e la larghezza della lama ( 3,4cm) e lo spessore al filo ( 1 mm) garantiscono una lama robusta e un tagliente che coniuga forza, potenza e elevata capacità di taglio.Il filo dritto permette una facile riaffilatura e la punta poco pronunciata l’uso come skinner ( e una grande robustezza in quella zona, una delle più delicate per un coltello).


Utilizzabilità: pareri e sensazioni
Se , come detto, il Tito da subito una sensazione di robustezza e potenza uniti ad una certa cattiveria , è solo durante l’uso che fuoriescono tutti i suoi pregi e alcuni suoi piccoli limiti ( non sarebbe corretto chiamarli difetti)
Testato per tagliare un po’ di tutto ( legna, cibo, chiodi, mattoni, ecc…), spaccare legna ( batonig), fare chopping ( nonostante le dimensioni non se la cava malaccio, grazie al peso che però essendo bilanciato ad 1cm dietro la guardia non aiuta più di tanto e obbliga ad arretrare di molto la presa), fare leva con la punta, lanciarlo, appendervicisi ( OK, era per provarlo. Dubito che la cosa servirà mai ma vederlo reggere una persona di 90KG praticamente sulla punta della lama , impressiona) il Tito ha dimostrato una polivalenza notevole e una robustezza eccezionale.
Unici nei, secondo un parere personale, sono il peso del coltello ( 6mm di acciaio pesano, ma qui parliamo di scelte progettuali quindi non è un difetto ma un parametro insito nella tipologia di coltello) la larghezza della lama che paga in flessibilità di utilizzo e precisione ( ancora una volta una scelta precisa, preferendo lasciare lavoretti di fino ad un piccolo folder) , una guardia che avrei preferito più pronunciata ( ovviamente quella presente garantisce da ogni possibile rischio di far scivolare la mano sul filo e permette di tenere il filo molto vicino al piano di taglio durante l’uso del coltello ad esempio sui cibi. Ma si tratta di un gusto personale), la grodonatura superiore non molto utile ( nei lavori di fino risulta un po’ scomoda e abrasiva per il pollice. Avrei preferito una leggera zigrinatura o nulla… ) e l’impossibilità di avanzare la mano nei lavori di precisione ( cosa che avrebbe richiesto un incavo nel filo per il sub-hilt “mangiando” filo utile e snaturando il progetto senza apportare grandi vantaggi. Meglio, anche in questo caso, l’uso di un piccolo folder )
Riassumendo, il coltello in mano risulta comodo e ben bilanciato. Garantisce veloci cambi di presa e risulta sempre sicuro e ben saldo in mano. La possibilità di poter arretrare un po’ la mano, poi, permette di poter acquistare un po’ di potenza nel caso necessitasse di usarlo come chopper ( ma solo per piccoli lavori non prolungati nel tempo).Una maggiore leggerezza e snellezza del progetto avrebbero giovato nel avere un coltello più agile e maneggevole anche negli usi di precisione ma avrebbero snaturato il progetto di piccolo UTILITY pesante. Si è voluto puntare su capacità di taglio, potenza, robustezza e su quegli aspetti che nessun folder può assolvere adeguatamente. Sulla qualità del risultato, nulla da dire…


Acciaio, Tenacità e tenuta del filo
Come per il Caio, l’acciaio scelto è un A8 modificato che garantisce una elevata tenuta del filo, grande capacità di taglio e una tenacità elevatissima.Non torneremo a discutere sui concetti di tenuta del filo e capacità di taglio ( cosa li influenza, perché una wear elevata non è indice di tenuta del filo elevata e perché è meglio privilegiare la resilienza e i primi due aspetti in un coltello)
Le scelte fatte dal progettista sono sue personali e giustificate in ogni ambito in cui se ne sia discusso. Resta il fatto che il Tito è stato trattato a durezze superiori al Caio ( con quindi una caduta risibile di tenacità ) per garantire allo stesso una tenuta del filo superiore.Nulla da dire al riguardo, se già si era ottenuto un ottimo tagliente per il predecessore, il Tito sembra avere una tenuta del filo superiore e una resistenza all’ossidazione elevatissima ( ma questa è una sensazione personale anche se altri tester hanno avuto la stessa sensazione). Certo, ho ancora la sensazione ( anche per via della composizione ) che il k360 del primo Nexus abbia valori di tenuta del filo migliori ma non se ne sentirà mai la mancanza.[size=9][i]Da segnalare che durante un test di taglio di un grosso chiodo per batoning, un pezzo del filo mi si è spezzato. Da altri test eseguiti anche da altre persone, si è giunti alla conclusione che non si tratta d chipping ma di un effetto TRONCHESE del chiodo sulla zona di filo interessata. Infatti il chiodo mentre veniva tagliato è affondato nel legno piegandosi a 90 gradi e serrando il filo come una pinza. Le ulteriori botte date sul coltello hanno fatto piegare lama e chiodo in direzioni diverse TRONCANDO il filo come una tenaglia. Nulla di irreparabile, anche se mi ha richiesto ore di riaffilatura a mano per eliminare la zona interessata.
La facilità di riaffilatura, poi, è notevolissima e anche con un ciottolo di fiume e possibile ottenere un filo decente ( ma ovviamente voi usate delle DMT, delle pietre ad acqua, delle Arkansas o delle ceramiche ).La possibilità di smontare poi le guancette con delle semplici chiavi a brugola permetterà una facile manutenzione del coltello anche sotto le stesse anche se la precisione dell’assemblaggio dovrebbe scongiurare la formazione di ossidi in quella zona.[b]


Riassumendo
Posso solo aggiungere a quanto detto che se ho deciso di dare via tutti i miei piccoli e prendere 2 Tito, un motivo ci sarà.Se questo non è il coltello adatto ad essere l’unica dotazione per le lunghe escursioni ( dove si sentirà la necessità di un coltello con maggiore potenza ) può essere il fido compagno per quelle brevi o il giusto accompagnamento ad un grosso chopper o ascia.Affiancato verso il basso da un leggero folder ( un victorinox, ad esempio) costituirà il completamento perfetto di ogni dotazione di attrezzature da taglio per qualsiasi avventuroso coniugando potenza, flessibilità, robustezza e utilizzabilità.Non un coltello perfetto, come detto, ma quanto di meglio abbia fino ad ora provato in questa tipologia di lame che amo molto.
CORSE76

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